Rapporto dell’Osservatorio sull’Autismo de l’Eurofederazione de Psicoanalisi.

Rapporto dell’Osservatorio sull’Autismo de l’Eurofederazione de Psicoanalisi.

Rapporto dell’Osservatorio sull’Autismo de l’Eurofederazione de Psicoanalisi.

Segnalo alcune notizia e novità di cui abbiamo preso atto in questi primi mesi di attività dell’Osservatorio sull’Autismo, comprese quelle fornite dalle quattro Scuole dell’Eurofederazione.

All’ONU

Con il slogan “Per un mondo neuro-inclusivo per tutti” l’ONU ha celebrato quest’anno, domenica 2 aprile, la Giornata mondiale della sensibilizzazione sull’autismo.

Sul sito web sottolinea i notevoli progressi raggiunti negli ultimi anni, nella consapevolezza e nell’accettazione dell’autismo, grazie al contributo di molti difensori delle persone con autismo e accoglie con favore il fatto che professionisti sanitari, ricercatori e accademici in molti paesi abbiano incorporato il paradigma della neurodiversità nel loro lavoro.

Ripercorrendo la celebrazione, il testo rileva che quest’anno la Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’autismo è stata dedicata a “evidenziare il contributo che le persone con autismo danno al mondo nella casa, al lavoro, nelle arti e elaborazione delle politiche”.

Sottolinea inoltre che “l’idea di curare le persone con autismo” è stata sostituita da un lavoro incentrato sulla “loro accettazione, sostegno, inclusione e difesa dei loro diritti”, e ha significato un grande cambiamento per tutte le persone con autismo e per popolazione generale.

Colpisce molto, nel testo di questa organizzazione mondiale, la coesistenza di un desiderio di normalizzazione della vita delle persone con autismo con il termine neuroinclusione presente nel motto stesso con cui si celebra la Giornata. Tale termine, al di là della medicalizzazione che implica, e cioè una forzatura, anche una sottomissione della concezione dell’attività umana a ciò che introduce l’accoppiamento del prefisso neuro al termine inclusion Il neuro è “la forma che assume la cifra quando prende il sopravvento dello psichico”[1].

Il neuro è “la forma che assume la cifra quando prende il sopravvento dello psichico” . Questo argomento potrebbe benissimo portare ad una riflessione sugli effetti sulla soggettività delle persone con autismo, ma anche sulla popolazione in generale, di questa promozione del paradigma della neurodiversità, come discorso unico e assoluto sulla diversità delle condizioni soggettive che vanno sotto il nome di autismo.

 

Presso l’OMS

Nel 2014, la 67a Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la risoluzione intitolata Misure complete e coordinate per gestire i disturbi dello spettro autistico[2] , sollecitando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a collaborare con gli Stati membri e le agenzie partner nel rafforzare le loro capacità di affrontare i disturbi dello spettro autistico e altre questioni legate allo sviluppo.

Il 29 marzo 2023 l’OMS pubblica un breve documento dal titolo Autismo[3] , che sintetizza la sua posizione e che fa parte delle risposte che tale organismo ha dato negli anni rispetto a questo tema.

Il documento fa riferimento alla concezione dell’autismo in quanto tale, all’Epidemiologia, alle Cause, alla Valutazione e Cura, ai Diritti umani.

Sostiene che i disturbi dello spettro autistico (ASD) sono un gruppo di diverse condizioni legate allo sviluppo del cervello, collocando l’autismo insieme ad altre disabilità dello sviluppo. E sottolinea che esistono prove scientifiche sull’esistenza di molteplici fattori, anche genetici e ambientali, che rendono più probabile che un bambino possa avere l’autismo.

Sottolinea le esigenze che questo disordine impone alle famiglie, sottolineando l’importanza del sostegno da parte delle pubbliche amministrazioni.

Si scopre che le persone con autismo hanno spesso condizioni di comorbidità, come epilessia, depressione, ansia e TDAH, e comportamenti problematici, come disturbi del sonno e autolesionismo. Verificare che ciò accada, niente di più.

Egli stima che, in tutto il mondo, un bambino su 100 sia affetto da autismo, sottolineando che alcuni studi affidabili hanno riportato numeri più alti.

Una volta diagnosticato l’autismo, sottolinea, è importante che al bambino e alla sua famiglia vengano offerte informazioni, servizi pertinenti, specialisti e aiuti pratici in base alle loro esigenze e preferenze. Salviamo qui questo riferimento alle preferenze quando si affrontano i servizi e gli specialisti con cui vogliono essere curati. Tuttavia, insiste sul fatto che solo gli interventi psicosociali precoci basati sull’evidenza, possono fornire risultati.

Si raccomanda di includere il monitoraggio dello sviluppo infantile nei programmi di assistenza sanitaria per madri e bambini e di contemplare servizi sanitari integrati e accessibili per affrontare i complessi problemi di salute che le persone con autismo possono presentare. Anche la collaborazione tra il settore sanitario e altri settori, come quelli legati all’istruzione, al lavoro e all’assistenza sociale.

Sottolinea la garanzia del diritto a godere del massimo livello possibile di salute fisica e mentale, della non discriminazione e delle pari opportunità.

In relazione alle indicazioni della 67ª Assemblea Mondiale della Sanità del 2014, sottolinea che l’OMS e i suoi partner hanno concentrato i loro sforzi, tra le altre azioni, nell’orientare i paesi su politiche e piani d’azione che affrontino l’autismo nel quadro più generale della salute, salute mentali e cerebrali, e disabilità; nel rafforzare la capacità del personale sanitario e nel promuovere standard ottimali per la sua salute e il suo benessere; e nella promozione di ambienti favorevoli e inclusivi per le persone con autismo e altre disabilità dello sviluppo. Anche in misure di sostegno per i loro badante.

Il documento fa inoltre riferimento al Piano d’azione globale sulla salute mentale 2013-2030[4], che prosegue il precedente Piano 2013-2020, in cui invita i paesi ad affrontare le carenze nella diagnosi precoce, nella cura, nel trattamento e nella riabilitazione dei disturbi mentali, delle disabilità psicosociali e dei disturbi dello sviluppo neurologico, compreso l’autismo.

Allo stesso modo, considera l’inclusione dell’autismo tra i disturbi mentali e dello sviluppo neurologico di cui alla Risoluzione WHA73.10 dell’Assemblea Mondiale della Sanità su “Azione globale contro l’epilessia e altri disturbi neurologici[5]e sollecita i paesi ad affrontare le esigenze sociali, economiche, educative e di inclusione dei persone affette da questi disturbi e le loro famiglie, nonché di migliorare la sorveglianza e la ricerca in materia.

In sintesi: Disturbi dello sviluppo del cervello, fattori genetici e ambientali, disabilità. Niente della soggettività e dell’habitat di parlêtre.

L’autismo situato tra disabilità e cervello e una preoccupazione centrata su:

1) l’erogazione di servizi alle persone colpite e alle loro famiglie, secondo un modello che privilegia l’approccio dalla sfera comunitaria, nei servizi sanitari e in servizi specifici che assicurino metodi e pratiche basate sull’evidenza;

2) non discriminazione e pari opportunità in quanto popolazione vulnerabile e a rischio;

3) nel garantire i loro diritti e la loro piena inclusione nella vita sociale.

Tuttavia, una sfumatura, quando il documento fa riferimento agli interventi, è caduto l’epiteto “scientifico” che accompagnava l’evidenza. È vero che si sostiene quando si parla dell’evidenza in rapporto alla causa, ma proprio in questo campo la scienza deve muoversi con particolare prudenza nei confronti dell’evidenza. Un piccolo risultato?

 

Sull’autismo all’ECF. Eric Zuliani

CERA: Studio e Ricerca

Il Centro Studi e Ricerche sull’Autismo esiste e opera da sei anni. È nel 2017, su iniziativa di Jacques-Alain Miller, che la Scuola della Causa Freudiana crea il CERA, subito posto sotto un forte accento: non esiste già alcuna dottrina dell’autismo, né doxa, ma sì, sulla scia dell’insegnamento di Lacan, degli studi e delle ricerche dei suoi allievi, in particolare dei Lefort. Il CERA ha ripreso con rinnovato vigore gli studi e le ricerche sull’autismo, con un approccio clinico, ma anche politico. L’approccio clinico richiede di valutare caso per caso, collocando senza riserve il soggetto autistico nell’ambito del linguaggio e in relazione alla parola. Il CERA è anche una risposta politica perfettamente lacaniana agli attacchi alla pratica della psicoanalisi con gli autistici. Il CERA è un luogo dove, a partire dal lavoro delle persone autistiche, dei loro genitori e degli psicoanalisti, si possono tracciare nuovi percorsi per pensare all’accoglienza e al sostegno, ma anche all’accesso alla scuola, alla vita sociale, sotto la nuova enfasi dell’inclusione, in particolare. La sua efficacia – i suoi insegnamenti regolari, la sua Giornata biennale, le sue pubblicazioni – è riuscita a liberare l’autismo dalle dispute di specialisti ed esperti i cui obiettivi di dominio, che costituiscono il loro discorso, possono essere riassunti in: dare lezioni, con i loro correlati “apprendimento per tutti”. È d’altronde sulla questione dei metodi che il CERA si è posizionato per primo.

Gli ultimi due anni accademici hanno visto il rilancio post-Covid delle mattine didattiche del CERA. Due volte sette sessioni mattutine di 3 ore ciascuna, ovvero 14 mattine, ricche di prospettive, di ricerca e di insegnamento, secondo un modello che accoglie psicoanalisti, clinici, operatori sia nelle istituzioni che nelle cliniche, e genitori di bambini autistici. Queste mattinate sono seguite, in una formula mista, da una media di 200 persone, che non si limitano al pubblico francese, né a chi frequenta abitualmente le attività di ECF/ACF. Molti professionisti e operatori con persone autistiche testimoniano gli orientamenti clinici che ottengono da queste mattinate di insegnamento – dove praticamente non ce n’è. Il dialogo si basa sempre sulla testimonianza della persona autistica e sullo scambio con i genitori, senza essere dottrinale a priori – sebbene guidato dall’insegnamento di Lacan. A questo proposito, il CERA ha potuto trarre vantaggio dal pre/postface di J.-A. Miller nell’ultimo libro di J.-C. Maleval, La différence autistic, che ha permesso una prospettiva rinnovata nello studio e nella ricerca sull’autismo, alla quale Eric Laurent ha partecipato in modo significativo. Nel marzo 2022 si è tenuta la seconda giornata “nazionale” del CERA, dal titolo “Clinica e politica dell’autismo”, alla quale hanno partecipato più di 600 persone. È stato un evento ad alto livello di scambi. In una sequenza particolarmente notevole abbiamo visto un’ampia discussione, basata sulle testimonianze dei genitori, sulla questione dell’inclusione rispetto al reale dell’autismo.

Pubblicazioni

Questi ultimi due anni sono stati caratterizzati anche, dal punto di vista politico, dalla produzione, con il sostegno dell’ECF e del CERA, di un opuscolo scritto e coordinato da Jean-Claude Maleval, con Patrick Landman e François Leguil: « Psicoanalitico posizione contro il dogmatismo applicato all’autismo». Questo opuscolo fu una forte risposta all’ennesima campagna politica partigiana contro l’orientamento psicoanalitico nel campo dell’autismo. Ha raccolto numerose firme di eminenti specialisti dell’autismo. È stato distribuito a ciascun parlamentare. È stato anche oggetto di diversi incontri in Francia e Belgio ed è stato tradotto in spagnolo da Ivan Ruiz Acero – producendo altri opuscoli, come quello degli “Psicologi freudiani”: «Psicologi, il momento della scelta», critico e argomentato analisi del rapporto dell’Accademia di Medicina del 18 gennaio 2022.

Prospettive e vigilanza

Numerosi incontri all’interno del CERA danno spazio a persone del nostro campo ma anche esterne: Patrick Landman di STOP DSM, Bernard Golse, una figura importante della psichiatria pediatrica francese e Mireille Battut di La main à l’Oreille

Nel luglio 2023, a Cerisy si terrà un colloquio sull’autismo, Autismo/i: inclusione, tra normatività e diversità, organizzato da Patrick Landman e Mireille Battut. Parteciperanno membri della Scuola e dell’ACF.

Non c’è stato nessun altro “evento” politico che abbia richiesto un’azione alla quale il CERA si sarebbe associato o avrebbe dovuto prendere l’iniziativa con o senza la Scuola a seconda del contesto.

Tuttavia, va notato che in Francia è previsto un nuovo piano autismo. Il CERA dovrà rimanere vigile, in collaborazione con il Consiglio ECF, sulla base delle linee guida di questo nuovo piano.

Da notare anche la pubblicazione di una nota di sintesi del rapporto dell’Alto Consiglio per la Famiglia, i Bambini e gli Anziani (HCFEA) assegnato al 1er Ministro e adottato lo scorso marzo: “Quando i bambini sono cattivi”. Questo rapporto mette in guardia sull’aumento generale della prescrizione di farmaci psicotropi ai bambini. Questo rapporto ha catturato tutta la nostra attenzione perché è favorevole alla psicoanalisi.

Rapporto del Senato. Sylvie Berkane Goumet.

Sylvie Berkane ha inviato un suggerimento dell’ultima ora. Si tratta della pubblicazione di un rapporto della Commissione Affari Sociali del Senato sul trattamento dei disturbi dello sviluppo neurologico (NDD), datato 31 maggio, che fa specifico riferimento all’autismo[6].

Il rapporto fa riferimento all’intenzione del governo di attuare una nuova fase della strategia nazionale per l’autismo, considerata nel quadro dei disturbi dello sviluppo neurologico (NDD).

 

Nella ELP. Montserrat Puig

Nell’ELP è stato costituito un gruppo di lavoro in relazione alla funzione dell’Osservatorio con la partecipazione di membri dell’ELP e partner delle sue diverse sedi. L’obiettivo è quello di poter avere notizie di ciò che sta accadendo in relazione all’autismo a livello statale e di poter trasmettere informazioni e documentazione al Bureau e al Consiglio di amministrazione, che possano essere utilizzate per l’elaborazione della politica della Scuola . La lettura che viene fatta dell’autismo da parte delle cosiddette neuroscienze e che si impone come l’unica che merita di essere presa in considerazione, si pone come uno degli assi per pensare l’attuale politica della psicoanalisi nella nostra Scuola.

Numerosi membri dell’ELP e partner delle sue sedi, svolgono il loro lavoro in istituti per bambini, giovani e adulti con autismo, molti lavorano anche nei servizi pubblici di salute mentale o assistono soggetti con autismo o psicosi nei loro consulti. La partecipazione di questi colleghi al quadro istituzionale del nostro paese è importante.

Due le questioni da sottolineare a questo riguardo: da un lato, è in atto negli ultimi anni un ricambio generazionale di quei colleghi che, a causa della loro età, stanno lasciando le istituzioni in cui hanno sviluppato una lunga carriera professionale. Una questione che vale la pena affrontare.

D’altro canto, a livello delle politiche statali, tutto ciò che riguarda l’autismo è stato incorporato nel campo della disabilità, compresa l’educazione speciale. Da non trascurare anche la tendenza a inglobare la salute mentale nell’ambito della salute in generale, con una maggiore presenza dei servizi sanitari primari rispetto a quelli specifici di salute mentale; ciò ha conseguenze dirette sui profili professionali che si occupano di sofferenza mentale e sulle misure di intervento e sui trattamenti che vengono proposti.

Nell’agosto 2022, il Ministero degli Affari Sociali del Governo spagnolo, attraverso il Regio Decreto 670/2022, ha assegnato alla Confederazione Spagnola dell’Autismo la creazione di un centro specializzato sull’autismo, chiamato ad essere un riferimento nazionale per la formazione e la ricerca. Lo stesso Regio Decreto assegna inoltre la creazione di un “Centro spagnolo di accessibilità cognitiva” agli enti della Piattaforma Plena Inclusión España. Entrambe le entità sono due grandi piattaforme nel settore della disabilità.

Per noi non è stata una buona notizia perché molte delle trame che sostengono tale Regio Decreto implicano direttamente importanti ostacoli per la psicoanalisi. Ne elenco alcuni:

– La riduzione della diversità e complessità delle condizioni e delle situazioni dei soggetti compresi nella classe “spettro autistico”, alla condizione di disabilità. Cancellazione, quindi, della clinica e del soggetto.

– La posizione acritica ed interessata di fronte alla crescita assolutamente incredibile delle cifre che trattano sulla diagnosi di “spettro autistico”: “da un caso su 5.000 nati nel 1975, a uno su 100 oggi (Autism Europe, 2012)”.

– Riferimenti ai fondamenti “scientifici” del progetto, in frasi del tipo: “un centro che funga da nucleo per la diffusione delle migliori evidenze scientifiche” o “fare della conoscenza scientifica la base su cui promuovere politiche pubbliche efficaci, basato su prove razionali e analitiche e non su intuizioni o stereotipi”. Sappiamo cosa si nasconde dietro queste affermazioni che costituiscono, ormai da molti anni, l’alibi per attaccare ed escludere la psicoanalisi.

Questo Centro sui Disturbi dello Spettro Autistico è stato lanciato nel marzo di quest’anno sotto il nome di Centro Spagnolo sull’Autismo, si presenta come “Il primo centro in Spagna dedicato alla formazione, alla ricerca e alla divulgazione sull’autismo” e definisce l’autismo come “un condizione neurobiologica… una serie di condizioni che influenzano lo sviluppo neurologico”.

Infine, l’8 maggio è stata ufficialmente pubblicata la Legge 11/2023, di recepimento delle Direttive dell’Unione Europea, che rappresenta il passo definitivo per la permanenza e la stabilità di questo Centro, che è stato costituito anche come consulente del Regio Consiglio di Disabilità, e che è stato incaricato di coordinare la stesura del Piano d’Azione della Strategia Spagnola sui Disturbi dello Spettro Autistico.

Per noi non si tratta di competere con questo o altri enti per concessioni o sussidi statali, ma di vigilare sullo sviluppo di questo progetto, o di altri simili che potranno sorgere, affinché da essi l’esistenza e la presenza in lavoro quotidiano con persone autistiche, di diverse metodologie e approcci, compresi quelli orientati alla psicoanalisi, che si realizzano nel nostro Paese e in Europa. Il rischio maggiore è che questo centro serva da centro operativo contro il discorso psicoanalitico.

(Scritto da Jesús Sebastian)

 

Nella SLP Laura Storti

Laura Storti, presidente della SLP, riferisce di due istituzioni in Italia che sono riuscite, come dimostrano le relazioni inviate dai colleghi che le gestiscono, a collocare la psicoanalisi di orientamento lacaniano nella loro pratica istituzionale in una posizione molto buona e molto chiara. In entrambe le istituzioni si cerca anche di mantenere la propria posizione di fronte agli ostacoli che si presentano loro: in una attraverso un’azione rivolta all’opinione pubblica, ai media, ai politici e alle pubbliche amministrazioni, e nell’altra attraverso la ricerca e pubblicazione degli effetti ottenuti dal suo metodo di lavoro basato sulla pratique à plusieurs.

 

Manuele Cicuti. Partecipante SLP-cf . Antenna 00100 – Nazzano, provincia di Roma

Dal 2018 ho dato vita a un’istituzione residenziale per adolescenti e giovani adulti autistici o con psicosi grave, attualmente ospita 18 utenti in modalità residenziale ed altri ragazzi che vengono in modalità diurna. Insieme a Gregorio di Ciaccia, per la gestione di questa istituzione, abbiamo aperto una Fondazione che abbiamo chiamato ‘Quarto Nodo’. Prima della Fondazione avevo già aperto la cooperativa sociale ‘Il desiderio di Barbiana’, tutt’ora operante.

Abbiamo un equipe di lavoro di circa 40 operatori (educatori, psicologi, allievi dell’Istituto Freudiano o partecipanti alla SLP, terapisti, musicisti, operatori sociali), che ogni settimana cerchiamo di orientare a partire dalla clinica di Lacan e dalla pratique à plusieurs inventata da Antonio Di Ciaccia. Come rendere l’istituzione conforme alle esigenze della struttura dell’inconscio? Come rendere operativa la clinica di Lacan nel lavoro istituzionale? Ogni giorno cerchiamo di rispondere a queste domande ed abbiamo modo di imparare qualcosa sul funzionamento dell’inconscio grazie ai ragazzi con cui lavoriamo. Antonio Di Ciaccia è il nostro punto di riferimento per la clinica in istituzione.

Nel prossimo semestre apriremo come Fondazione ‘Quarto nodo’ una nuova struttura residenziale dedicata a bambini e adolescenti (età evolutiva), che ospiterà altri 18 utenti.

Dalla clinica al sociale e ritorno

Oltre all’Antenna 00100 abbiamo aperto alcuni progetti di inclusione sociale e lavorativa per i giovani adulti ospiti della nostra struttura residenziale e per altri giovani autistici che vivono nel territorio. Si tratta di un ristorante (“Farfood”), di un’azienda agricola e di un birrificio artigianale (“Labbarrato”). Avec la gestion de ces activités de travail, nous essayons de trouver des modalités d’accompagnement avec des jeunes autistes ou psychotiques pour s’intégrer dans le lien social et de travail, de trouver des “ateliers” qui s’adaptent aux besoins des “jeunes adultes”, que nous puissions les rendre alors pas seulement “assistés”, mais capables d’inventer leur propre solution pour s’insérer dans le lien social.

Politica e valutazione

Come è noto, in Italia come in altri Paesi dell’Europa vi sono delle ‘Linee guida’ (nello specifico la Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità) che orientano i professionisti rispetto ai trattamenti dell’autismo che sono ritenuti “validi” o “efficaci”, secondo il modello della evidence based medicine. Gli approcci ad orientamento psicoanalitico, in Italia, non vengono menzionati tra gli approcci ritenuti validi, ad essere precisi non vengono proprio menzionati (come non esistessero).

Sappiamo che il nostro orientamento clinico ci porta a lavorare il ‘caso per caso’, il dettaglio, la soluzione singolare, aspetti che poco si sposano con valutazioni di stampo scientista e quantitativista, basate su medie e deviazioni standard. Tuttavia si pone il problema di far esistere, nelle Linee Guida, le nostre modalità di presa in carico e di trattamento, al pari delle altre che sono menzionate, dato che il lavoro istituzionale che portiamo avanti produce degli effetti “evidenti” nella vita dei soggetti che ci sono affidati e delle loro famiglie. Da alcuni anni ci stiamo interrogando su come fare degli studi e delle pubblicazioni che rendano ragione del lavoro che si fa in istituzione e di permettere quindi alla pratique à plusieurs di essere riconosciuta dalle linee guida nazionali e internazionali.

Come Antenna 00100 abbiamo fatto uno studio pilota, una ricerca longitudinale (18 mesi) con un campione di 18 utenti, per mostrare gli effetti sulla ‘Qualità di Vita’ di un trattamento dell’autismo a partire dalla psicoanalisi lacaniana, nello specifico della pratique à plusieurs. Abbiamo usato scale di valutazione (strumenti di ricerca) non “sintomatiche”, cioè che non indagano sugli aspetti “problematici” dell’autismo (scale che sarebbero state di stampo cognitivista), ma abbiamo usato scale che fanno riferimento all’aumento della Qualità di vita, ovvero del benessere globale dell’individuo. Ci è sembrato che questo potesse rendere un po’ meglio ragione del nostro lavoro, che non prende di mira il sintomo, ma la presa in carico a 360° di un dato soggetto. Il miglioramento del sintomo avviene come “sovrappiù”.

Questo studio verrà pubblicato nei prossimi mesi. Ci interroghiamo su come ripetere questo o altri studi a livello europeo, al fine di avere un numero di casi e di pubblicazioni tali da poter incidere nelle politiche che, attualmente, ci tagliano fuori.

Sezione clinica di Roma

Con l’Istituto Freudiano (sezione clinica di Roma) abbiamo iniziato un corso sulla “Clinica in istituzione e pratique à plusieurs“, una volta ogni mese viene presentato un caso clinico di autismo in istituzione, commentato tra i partecipanti e con Antonio Di Ciaccia. Attualmente partecipano a questo corso sia allievi dell’istituto o membri della scuola e sia educatori e operatori interessati al lavoro in istituzione.

Questi sono i nostri riferimenti internet:

www.desideriodibarbiana.com

www.labbarrato.com

A breve avremo anche il sito della Fondazione ‘Quarto nodo’.

 

Matteo De Lorenzo – partecipante SLP-cf. L’esperienza di Ciampacavallo: rivolti al Campo freudiano

Nel 2018 sono stato invitato a organizzare il lavoro dell’équipe di un’Associazione “storica” di Roma – Ciampacavallo – che si occupa di disabilità intellettiva e comportamentale, in particolare dei soggetti psicotici e autistici gravi, espulsi da tutti i centri “tradizionali”; si tratta di casi di giovani e adulti cronici e “intrattabili”.

Ho posto subito come condizione di poter utilizzare l’orientamento della psicoanalisi di Freud e Lacan e in particolare i contributi su Pratique en équipe e Pratique à plusieurs. L’associazione ha autorizzato formalmente questo orientamento, adottandolo.

Nel giro di pochi mesi c’è stato un rapido susseguirsi di eventi che mi ha consentito di fondare CasaCiampa, un secondo centro diurno dell’associazione, che è stato accreditato dalla Regione Lazio e i cui documenti ufficiali fanno riferimento al Campo freudiano e alla psicoanalisi applicata. Cioè la “metodologia” ufficiale, approvata dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma è la Pratique à plusieurs. Penso che questo sia stato un caso unico in Italia.

Nel 2019 sono stato eletto presidente dell’Associazione. Dal 2019 abbiamo vinto numerosi progetti pubblici e cambiato il nostro modo di praticare quotidiano, orientandoci con la psicoanalisi.

L’associazione non è piccola, ha più di 1200 soci e si occupa regolarmente di quasi 700 persone con disabilità varie, di cui quasi 400 persone con psicosi e/o autismo. L’associazione ha due sedi, dispone di numerosi laboratori, due palestre e di una fattoria sociale con diversi animali e circa 20 cavalli. Le persone che frequentano Ciampacavallo vengono progressivamente coinvolte nel lavoro quotidiano che si articola in gruppi di lavoro e in ateliers clinici. Organizziamo regolarmente gite, weekend e soggiorni, come anche eventi culturali e sportivi, artistici.

L’équipe è composta da circa 30 persone: psicologi, educatori, operatori sociali, agronomi, artigiani, istruttori di equitazione.di Roma. Si tengono diverse riunioni cliniche settimanali e alcuni incontri di supervisione mensili. La formazione dell’équipe è incentrata sulla psicoanalisi del Campo freudiano e sui testi di diversi autori (in particolare Di Ciaccia, Baio, Egge, Stevens, De Halleux, Zenoni, Laurent; ovviamente Freud, Lacan e J.-A. Miller). Accogliamo anche tirocinanti delle facoltà di Psicologia e allievi dell’Istituto freudiano di Roma.

Nel 2023 sono stato eletto per un secondo mandato da presidente. La mia posizione di “almeno uno” sta tenendo il timone sulla direzione della psicoanalisi per questa grande associazione. La mia funzione serve anche a “fare tenuta” presso l’Altro sociale e tenere mobili i discorsi all’interno dell’Istituzione.

Il tema generale dell’inclusione sociale è stato ripensato (ed è quindi praticato) come condizione legata alla clinica dell’uno-per-uno e basata su una possibile clinica del soggetto, anche e soprattutto quando del soggetto non “sembra” esserci traccia (per esempio quando l’autismo è “molto chiuso”).

Da circa tre anni ci coordiniamo con altri due colleghi (Manuele Cicuti ed Emanuele Tacchia, partecipanti SLP-Cf) che dirigono istituzioni vicino Roma, in un lavoro inter-istituzionale per la Sezione Clinica, coordinato da Antonio Di Ciaccia. Si tratta di un gruppo di studio, a cadenza mensile, a cui partecipano ogni volta circa 100 allievi dell’Istituto freudiano di Roma e di Milano e in cui, a turno, ciascuna delle tre Istituzioni presenta un caso che viene discusso dalle tre équipes con il commento di Antonio Di Ciaccia.

Negli ultimi mesi, la Fondazione che possiede la nostra terra e di cui siamo affittuari, ha deciso di vendere la terra a un privato; Siamo stati molto preoccupati per questo, segnalando la difficoltà alle Istituzioni e avviando un percorso mediatico per “salvare Ciampacavallo”. La petizione che abbiamo creato ha raggiunto quasi 30.000 firme in 15 giorni. La risposta pubblica e la risonanza mediatica è importante, siamo stati visitati in sede da molti politici importanti: un vice ministro, diversi assessori regionali e comunali, molti funzionari e alcuni giornalisti; sono usciti articoli su testate cartacee (La Repubblica, Corriere, etc.) e online, servizi al TG regionale e in diverse radio: tutti gli interlocutori pubblici stanno offrendo aiuto ed è emersa la chiara intenzione di “salvare Ciampacavallo” che viene dunque formalmente ritenuta un’Associazione “di pubblica utilità” e dall’indubbio valore sociale.

 

Nella NLS. Daniel Roy

Diversi colleghi della NLS lavorano con le cosiddette persone autistiche; Daniel Roy li contatterà.

Al momento spicca la rinnovata creazione di Space2be in Irlanda da parte di Cecilia Saviotti e il suo piccolo gruppo di lavoro; anche ci sono i colleghi TEADIR che la accompagnano e la sostengono.

Ha potuto ottenere il sostegno finanziario dello Stato per la sua iniciativa.

 

 

Bruxelles, 1º luglio 2023

Jesús Sebastián, coordinatore

jsebastianb@telefonica.net

Traduzioni: Paloma Larena, Pilar Sánchez, Jesús Sebastián.

 

[1] Jacques-Alain Miller, lezione del 23 gennaio 2008 del corso L’orientamento lacaniano. Tutti sono folli, Nell’edizione spagnola PAIDOS, Buenos Aires 2015, pág. 143.
[2] https://apps.who.int/iris/handle/10665/162767 World Health Assembly, 67. (‎2014)‎. Autism.
[3] https://www.who.int/es/news-room/fact-sheets/detail/autism-spectrum-disorders
[4] https://www.who.int/es/publications/i/item/9789240031029
[5] https://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA73/A73_R10-sp.pdf
[6] https://www.senat.fr/rap/r22-659/r22-659.html

La cause de l’Autisme : Observatoire de l’autisme

La cause de l’Autisme : Observatoire de l’autisme

Observatoire de l’autisme  – Mars 2020

Projet Erasmus

En juillet 2019, un projet présenté aux instances européennes est accepté pour une durée de trois années. Ce projet réunit des intervenants en institutions, des associations de parents et des enseignants de divers pays de l’Union européenne.

Son objet est celui de l’inclusion des enfants autistes dans un enseignement qui leur soit adapté. `

Il financera des rencontres internationales, des publications et toutes  initiatives, actions et projets sur ce thème de l’inclusion.

Une première réunion d’organisation s’est déroulée à l’université de Rennes porteur du projet (Michel Grollier) en novembre 2019.

Une première rencontre  des acteurs du projet devait avoir lieu à Venise. Elle est ajournée suite à l’actualité de la pandémie du coronavirus.

Le monde au singulier, exposition à Clermont-Ferrand

L’exposition qui a pris son départ à l’initiative de l’association de parents Teadir et de l’institution pour enfants  à Saragosse, Patinete, soutenue activement par Gracia Viscasillas et Pedro Gras, continue sa pérégrination à travers les villes européennes. En novembre dernier, Clermont-Ferrand l’accueillait à la Chapelle des Cordonniers.

Ensuite, elle est invitée à Toulouse pour le début de 2020.

Colloque Autisme et Robotique du 7 et 8 novembre 2019

A l’initiative de Myriam Cherel, un colloque s’est tenu dans les locaux de l’université de Rennes. Son thème était d’interroger la pertinence ou la non-pertinence de l’usage qui est fait des robots et du numérique dans le champ de l’autisme. Eric Laurent, Jean-Claude Maleval, Myriam Cherel, Marie-Hélène Brousse et de nombreux chercheurs de l’université y ont pris la parole.

A cette occasion, Carlos-David Illescas Vacas, un artiste et autiste de l’exposition « Un monde au singulier » a pris la parole pour y témoigner de son projet d’œuvre artistique sur les jeux Olympiques.

A son retour, il a fait un détour par Clermont-Ferrand pour y animer une activité en marge de l’exposition en cours.

Pour l’Observatoire de l’autisme,

Bruno de Halleux

La cause de l’Autisme : Se faire entendre sans Autre

La cause de l’Autisme : Se faire entendre sans Autre

Se faire entendre sans Autre

Avec Michel Grollier, psychanalyste membre de l’ECF, professeur des universités,
directeur de l’équipe d’Accueil Recherche en psychopathologie à Rennes,
échanges cliniques avec
Valérie Gay-Corajoud, mère de 5 enfants dont Théo, autiste ;
formatrice, conseil et soutien pour les professionnels travaillant avec des personnes autistes ;
chargée de communication de l’association La Main à l’oreille ; vice président de l’association Améthyste.
Charles Cullard, psychologue, directeur de l’IME La Maison des Enfants au Pays,
à Poligné (ted&tsa), fondateur et responsable d’accueil à La Marmaille, à Rennes (accueil ludique pour enfants autistes).

La cause de l’Autisme : Pratique à plusieurs et transfert : paradoxe ?

La cause de l’Autisme : Pratique à plusieurs et transfert : paradoxe ?

Pratique à plusieurs et transfert : paradoxe ?

Pour ce rendez-vous du CERA, Guy Poblome interviendra sur la question « Pratique à plusieurs et transfert : paradoxe ? », avant des échanges cliniques avec Juliette Parchliniak et Françoise Baudoin.

> Guy Poblome est psychanalyste membre de l’ECF, directeur thérapeutique de l’Antenne 110 (Belgique).
> Juliette Parchliniak est psychologue en hôpital psychiatrique à Bruxelles ; elle a été intervenante à La Soucoupe.
> Françoise Baudoin est enseignante, trésorière de La Main à l’Oreille, mère de Zoé, accueillie au CTR de Nonette depuis 2006.

Infos pratiques
Samedi 11 janvier 2020, de 10h précises à 12h
Accueil à partir de 9h30
Ecole de la Cause freudienne
1 rue Huysmans, Paris 6e
Informations et inscriptions : cerautisme2017@gmail.com

Prochains rendez-vous les samedis matins 29 février, 21 mars, 25 avril et 20 juin, sans oublier la journée du CERA, le samedi 16 mai.
Découvrir et télécharger le programme complet en cliquant ici.

Le Centre d’études et de recherches sur l’autisme (CERA) est une création de l’École de la Cause freudienne. Il a pour vocation l’enseignement et la recherche sur l’accueil et l’accompagnement des sujets autistes. Il vise à mettre en lumière les perspectives nouvelles qui, plutôt que d’imposer des conduites hypernormatives et homogénéisantes, font une place aux sujets autistes et accueillent leur singularité. Il soutient le libre choix des méthodes d’accueil et d’accompagnement des autistes. Les psychanalystes y donnent témoignage de l’enseignement unique issu de leurs rencontres avec des enfants ou des adultes autistes. Ils y dialoguent avec des autistes, des parents et d’autres praticiens.
Le CERA propose un enseignement mensuel uniquement à Paris, à l’ECF, et une fois tous les deux ans une Journée d’études.

Le CERA a tenu sa première Journée en mars 2018, sur le thème AUTISME ET PARENTALITE. La seconde journée aura lieu le 16 mai 2020 à Paris sur le thème AUTISME ET LIEN SOCIAL.
Les praticiens, les parents, les sujets autistes qui ne se reconnaissent pas dans le discours ambiant qui vise une hypernormativité, peuvent, au CERA, faire entendre leur voix.

La cause de l’Autisme : Première Journée du CERA

La cause de l’Autisme : Première Journée du CERA

Première Journée du Centre d’études et de recherches sur l’autisme (CERA) 10 mars 2018, Paris

 

La création du CERA a eu lieu durant l’été 2017, suite au lancement du 4ème Plan autisme par le gouvernement français. Il répond à la « nécessité d’un moment épistémique et politique », a déclaré Christiane Alberti, lors de l’ouverture de la journée. « Le champ de l’autisme est devenu le haut lieu d’une bataille entre des modes de savoir bien différents », rappelait Eric Laurent, dans La Bataille de l’autisme[1]. Les psychanalystes s’engagent ainsi, avec et auprès des parents et des sujets autistes, dans ce qui est devenu une cause, celle de l’autisme ».

En choisissant pour thème de la première journée du CERA « Autisme et parentalité », la psychanalyse non seulement reconnaît la place des parents en tant que partenaires incontournables dans le travail engagé avec les sujets autistes, mais donne également une place à leur savoir, issu d’une

expérience singulière avec leur enfant.

Cette cause est soutenue « à plusieurs ». Un nouage peut dès lors se tisser entre ces différents partenaires et leurs savoirs, qui enrichit l’élaboration d’un travail permettant à la singularité de chacun de se déployer, respectant et accueillant les trouvailles des sujets eux-mêmes. C’est ce dont témoignent parents et psychanalystes tout au long de cette journée. La parole est un acte. Elle se décline en plusieurs axes : institutions, école, débat public. Les psychanalystes s’intéressent eux aussi à ces axes de la parole rappelle Jean Robert Rabanel.

 « Se faire partenaire en institution » est la première table de la matinée. Les intervenants, parents, (Françoise Baudoin) et psychanalystes (Dominique Holvoet et Daniel Pasqualin), démontrent l’importance de ce nouage pour que le travail du sujet puisse être possible. C’est dans cette rencontre que le transfert se noue et que s’amorce le lien particulier de l’institution avec l’enfant et ses parents. Chacun des intervenants témoigne de la fonction singulière de ce partenariat, ouvrant de nouvelles perspectives et faisant émerger des inventions qui lui permettent  de mieux faire avec ses impasses. Pas les uns sans les autres.

Christiane Alberti et Bruno de Halleux dialoguent ensuite avec Jacqueline Léger à propos de son livre Un autisme qui se dit…Fantôme mélancolique. Sa famille était nombreuse, « une chance », dit-elle. Mais surtout elle parlera de l’importance décisive de sa fratrie, car ses frères et sœurs « l’habillaient ». Interrogée par les psychanalystes, elle parle également de la relation avec sa mère. Celle-ci lui a offert un jour un petit carnet, « secret » car petit selon elle. Ce cadeau de sa mère a été comme une « invitation à l’écriture ». L’écriture la « désencombrait ».

« Faire école » relève d’un pari. Comment faut-il que l’école se transforme pour accueillir ces enfants et leur permettre d’ouvrir leur horizon aux autres savoirs ? Comment permettre aux enseignants de transmettre leur désir de savoir ? A quelles conditions faire école pour l’enfant autiste, afin qu’il puisse s’y inscrire, comme tout un chacun, y inscrire sa singularité et qu’elle soit reconnue ? Valérie Gay-Corajoud, mère de Théo, témoigne de la solution trouvée pour ouvrir à son fils un horizon aux savoirs d’une manière qui lui ressemble. Un psychanalyste, Yves-Claude Stavy, et un enseignant, David Marec, abordent, chacun de sa place, ce qui a été au fondement du pari de l’IHSEA[2]: préserver la singularité, les inventions de chacun qui lui permettent de circuler dans le monde et de « rendre la chose scolaire possible ».

« Se faire parent » La question Comment se faire parent d’un enfant autiste ?déplace la perspective du comment il faut être ou il faut faire de bons parents vers un se faire parent qui s’invente. (Myriam Chérel).

Les témoignages des parents d’enfants dit autistes nous apprennent comment combattre cet il faut pour faire avec le réel ineffable de leur enfant. Chacun a exposé son expérience existentielle à travers laquelle il s’est fait parent. L’expérience d’être vidée du savoir face à son enfant autiste pour Mireille Battut[3], pour qui se faire mère consiste à reprendre en décalé le savoir dont elle s’est vidée et à consentir à ce bricolage : enregistrer son fils jouant du piano, puis entendre les effets de cela sur lui (Alexandre Stevens).

L’expérience de prise de parole pour Fabrice Bonnet [4], médecin expert dans une commission de la HAS[5], pour dire haut et fort son désaccord avec l’affirmation qu’il n’y a pas de souffrance dans l’autisme et qu’il n’y avait donc rien à faire, cet acte de parole lui a valu nombre de critiques. Pour lui, être père, c’est prêter attention à la souffrance de son enfant.

Pour Marc Langlois, être père c’est d’abord aller à la rencontre de son enfant pour lui-même, et pour personne d’autre, puis accepter la répétition chez son fils pour permettre l’invention. Tel que garder un petit Boeing à la main pendant les douze heures de vol d’avion Boeing.

L’énonciation de ces parents est inoubliable.

Jean-Claude Maleval présente une recherche rigoureuse pour comprendre d’où vient l’idée qui court dans les médias que les psychanalystes culpabilisent les parents. Il en démontre les contradictions et conclut que la culpabilité des parents est arrivée par la proposition des traitements éducatifs, qui devraient être administrés à l’enfant autiste 40 heures par semaine, dont les coûts sont très élevés, et auxquels la famille doit participer. Le président de la HAS se plaignait en 2012 de l’absence d’études scientifiques concernant les méthodes psycho dynamiques. Trois sont maintenant disponibles. Toutes mettent en évidence des effets positifs concernant la prise en charge d’enfants autistes.

Eric Laurent apporte une recherche sur un  néologisme, la parentalité, Signifiant maître du XXI s. qui participe de « la société capacitaire » qui normative les autistes. Il analyse les changements dus aux efforts réalisés ces dernières années par les associations des parents, dans les textes en préparation au 4e Plan autisme : « Mettre l’accent sur la parentalité, c’est pour nous mettre l’accent sur l’invention ».

L’invention du CERA continue au point que personne ne sait ce que sera le CERA, reconnaît Gil Caroz, président de l’ECF, en conclusion de la journée.

 

Adela Bande Alcantud et Claudia Vilela

[1] Laurent Eric, La bataille de l’autisme. De la  clinique  à la  politique, Paris, éd Navarin, édition actualisée 2018

[2] Institut Hospitalier de Soin et Etude pour Adolescents.

[3] Présidente-fondatrice de l’association La Main à l’oreille (2012).

[4] Membre de l’association RAAHP, Rassemblement pour une approche de l’autisme humanitaire et plurielle (2014).

[5] Haute Autorité de santé, organisme qui légifère sur les bonnes pratiques avec les autistes en France.

La cause de l’Autisme : Conversations autour du Forum et sa politique

La cause de l’Autisme : Conversations autour du Forum et sa politique

Conversations autour du Forum et sa politique

Neus Carbonell et Iván Ruiz

Après l’enfance Autisme et politique
For um internacional sur l’autisme
7 de avril 2018, Barcelone, Espagne.

IVÁN RUIZ: Pour le 3ème   Forum Autisme organisé par l’Ecole lacanienne de Psychanalyse (ELP), nous avons choisi un thème fondamentalement politique: Que deviennent les autistes au-delà de l’enfance, à l’adolescence, à l’âge adulte?

NEUS CARBONNEL: En fait, c’est une question fondamentalement politique, bien qu’elle puisse sembler d’une autre nature. Elle est d’abord politique, car elle met en évidence les processus de ségrégation au cœur de notre société. Ainsi, il est courant de trouver des programmes et des ressources pour les enfants qui ont reçu un diagnostic d’autisme. En fait, nous constatons que l’intérêt pour l’autisme pendant l’enfance ne cesse de grandir. Cependant, lorsque ces personnes atteignent l’adolescence, et certainement à l’âge adulte, il n’y a pas de discours qui les accueille. Ce qui implique que ce que la société peut offrir à ces personnes et à leurs familles est franchement limité.

Le diagnostic, les programmes qui existent, les ressources, la présence sociale se réfèrent presque exclusivement à l’enfance. Alors, quand et où parlons-nous de l’autisme à l’âge adulte ? Par conséquent, notre forum veut répondre exactement à la question que vous vous posez : ce qui se passe avec l’autisme au-delà de l’enfance. Nous avons quelques idées à partir desquelles nous proposerons un programme, mais nous espérons que ce forum nous permettra tous ensemble de répondre à cette question sous de multiples angles. Par exemple, du point de vue du diagnostic, des médicaments, de la clinique, des ressources sociales, bref, des projets de vie existants que la société est capable d’offrir à ces sujets et à leurs familles. Toutes ces questions sont politiques parce qu’elles mettent en avant le modèle de société que nous voulons. Elles ont trait à l’éthique, à la loi, à la distribution des ressources.

NEUS: Nous avons soulevé une première question: L’autisme infantile est défini en psychiatrie en suivant les manuels plus utilisés comme le DSM, à partir de certains items, de sorte que l’autisme est donc diagnostiqué à partir de tests. Cependant, je ne suis pas sûre, en ce qui concerne l’autisme, que ces tests puissent être mis en œuvre après la puberté. Qu’en penses-tu? Quels changements introduit la puberté qui modifie la définition de l’autisme dans l’enfance?

IVÁN: C’est vrai, la puberté fait exploser les meilleures volontés de ceux qui paraissaient pouvoir être inclus, insérés dans un test fiable de TSA, même chez ceux qui avaient été diagnostiqués autistes. Je dirais plus, la puberté dans l’autisme est souvent prégnante pour les professionnels mais surtout l’est pour les familles. Ce qui pouvait aider cet enfant, si ça fonctionnait avant, ça ne fonctionne plus maintenant. Face à cela, l’insistance et acharnement de l’adulte échouent. Il faut alors inventer d’autres manières.

Les tests de diagnostic sont conçus sur la base d’une idée de la normalité, de ce qu’est un enfant « normal », un enfant qui devrait devenir un adulte à part entière. Lorsque le passage à travers la puberté rend évident que le noyau autistique qui résiste chez cet adolescent ne semble déjà plus modifiable, alors les idéaux du futur chutent, les attentes sont réduites et nous ne pouvons plus regarder ailleurs, l’ignorer.

Il est vrai  que certains adolescents autistes ont conquis une stabilité qui leur permet de faire face, par exemple, aux changements de leur corps, à leur image et à leur façon d’obtenir satisfaction. Mais pour d’autres, cependant, tout cela échoue encore et encore, ou leur façon de faire sans identification à une image de l’adolescence est insupportable pour les adultes qui sont avec eux.

NEUS: Jean-Pierre Rouillon (CTRN de Nonette) faisait justement remarquer, dans une conférence qu’il a donnée cette année à Barcelone, que la sexualité est la façon dont certains humains traitent l’irruption de plaisir dans leur corps. Que cela est un des éclatements de la puberté. Les personnes autistes sont des sujets qui n’ont pas à proprement dire, une « sexualité » pour faire face à ce plaisir qui fait irruption et certains sujets doivent alors recourir à d’autres façons de traiter cela. Cette façon de poser la question est franchement intéressante. Tout d’abord, prendre la perspective de la jouissance suppose de partir de l’idée qu’il n’y a pas une  forme de jouissance meilleure que d’autres. Donc, l’autiste n’est pas en déficit devant une supposée normalité. Mais en tout cas, c’est plus difficile pour lui, puisqu’il ne peut pas recourir à des solutions de prêt-à-porter et qu’il lui faut en construise une sur mesure. Demandez ce qui se passe au sujet de la puberté ? Les difficultés de la vie dans un corps qui exige à être satisfait ? Il faut comprendre qu’il n’y a pas moyen d’atteindre l’âge adulte avec une certaine stabilité si l’autiste n’a pas trouvé un moyen de faire avec cela, de faire avec le monde de manière assez cohérente qui lui permette d’avoir de quoi et où se soutenir. Par conséquent, à ce stade, les crises subjectives peuvent vraiment être dévastatrices. Ici aussi nous pouvons voir pourquoi ces gars-là qui avaient été plus ou moins réceptifs dans l’enfance aux techniques rééducatives, peuvent entrer dans des crises graves, étant donné que ces techniques ne leur servent pas à faire face à ce qui se passe dans leurs corps.

IVÁN: C’est un problème fondamental car, pour beaucoup d’adolescents, les techniques de rééducation ne peuvent pas être appliquées sans coercition. Il y a une volonté de fer à vouloir remplacer les comportements « inadéquats » que l’enfant a, par ceux que l’adulte veut qu’il aie. Il n’est pas possible de penser que le sujet peut s’approprier les ressources que l’adulte lui offre, si on l’oblige à le faire. En s’opposant, il se défend face à cet écrasement. Mais il y a autre chose. En admettant que la réduction et l’imposition de l’adulte sur le sujet fassent ipso-facto disparaître sa position défensive, comme tout serait plus facile s’il pouvait alors accepter l’adulte comme un point de référence dans le monde… Hélas ! Le problème est que la personne autiste incorpore une réponse défensive à ce qui lui arrive dans le corps, s’infligeant par exemple la douleur sur celui-ci, et la généralise à toute imposition qui vient des gens autour de lui (l’annonce de l’achèvement d’une activité), de l’environnement (le soleil) ou de votre propre corps (la sensation de faim ou un mal de ventre), pour mentionner quelques situations courantes. Compte tenu de cela, notre marge pour les aider est réduite. Et ce qui est certain, c’est que plus il y aura d’imposition de la part de l’adulte, plus l’autiste s’auto-imposera cette douleur sur son corps.

NEUS: Je veux ajouter encore plus. Alors que les inventions que le sujet peut réaliser sont fondamentales, nous ne pouvons pas oublier que ces solutions peuvent être aux yeux des autres assez modestes, et même les plus incompréhensibles au bon sens. Nous devrions toujours garder à l’esprit que lorsque nous désignons l’invention, nous ne pouvons pas nous référer uniquement à ceux qui jouissent d’un prestige social, par exemple l’autiste qui parvient à devenir un bon musicien. Parfois, leurs inventions sont des plus étranges : le garçon qui se soutient par des questions impossibles à répondre et insistantes, ou celui qui s’accompagne des affiches et de la musique des films de Disney. De plus, les solutions trouvées ne sont jamais définitives. Elles n’atteignent jamais la valeur d’une métaphore du corps qu’elles éprouvent. C’est pourquoi elles doivent être répétées à maintes reprises, ce qui implique que ceux qui accompagnent l’autiste doivent être disposés à la répétition inlassable et jamais définitive de la solution que l’autiste semble avoir trouvée, qui reste parfois, extraordinairement fragile.

IVÁN: Ce n’est pas la moindre des choses que tu abordes-là ! Il est très important de le souligner.

NEUS: Oui. Cela implique que pour ces sujets, il doit y avoir des partenaires qui sont disposés à les accompagner. Cela n’est possible que grâce à un travail clinique très cohérent. Il n’est pas sûr du tout que cela soit garanti pour eux. Pour cette raison, trop souvent, le traitement chimique vient à la place, pour couvrir l’échec des traitements imposés  et l’agressivité des adultes envers ces sujets – entendue dans certaines institutions, en particulier résidentielles – en réponse à ce qu’ils ne peuvent pas supporter, ni eux ni la direction clinique de l’institution.

IVÁN: Justement, nous souhaitons discuter de la question de l’agressivité dans ce forum. Pour cette raison, nous croyons également que c’est un forum fondamentalement politique. L’âge adulte soulève quelques difficultés qui sont incluses dans la Convention sur les Droits des personnes handicapées, approuvée par l’ONU en 2006. Il a été reconnu l’importance de donner à ces personnes « la possibilité de participer activement aux processus de prise de décision, sur les politiques et les programmes, y compris ceux qui les concernent directement ».  Dans le cas de sujets chez lesquels leur autisme les empêche de revendiquer ce droit, comment valorisons-nous ce qui est le mieux pour un adulte autiste non-verbal si ses modes de réponse ne sont pas souvent ce que nous sommes capables d’écouter?

NEUS: Qu’attendons-nous de ce forum?

IVÁN: Avec ce Forum, nous cherchons à rendre visible une réalité qui désespère et dépasse les familles, qui met les institutions et les professionnels qui y travaillent face au mur, et qui est dans l’actualité, politiquement, sans formalisation. Nous voulons donner la parole à l’angoisse, qui n’a pas actuellement de moyens de traitement, pour se dire. Et convoquer nos politiques pour prendre la mesure de ce qui est en jeu et de ce qu’il reste à faire.

Les psychanalystes sont en mesure de développer un discours sur ce qui se passe au-delà du diagnostic de l’autisme, qui est si fréquent de nos jours. Une fois que le sujet autiste a traversé la puberté ou atteint l’âge adulte, cela peut prendre différentes formes pour y répondre, à son autisme, à son être autiste – comme je t’ai entendu le dire une fois, au sujet du syndrome d’Asperger – dans l’autisme, ou  dans la schizophrénie, ou dans la déficience cognitive aussi, en bref, dans le mode de stabilisation opéré par chaque sujet.

Nous aurons la présence de psychanalystes du monde entier, membres de l’Association mondiale de psychanalyse, ainsi que de professionnels qui soutiennent leur travail dans le domaine de l’éducation, de la santé mentale, des institutions de jour et résidentielles, et des  familles. Qui connaissent de première main les limites auxquels l’adolescent ou adulte autiste est confronté.

 

TRADUCTION: MARIANA ALBA DE LUNA

REVISION: MIREILLE BATTUT